Una chiaccherata con ANGELO BIGI

 

 

 

Diadema S.p.a.

 
 


UNA CHIACCHERATA


CON
 


ANGELO BIGI

 

Angelo Bigi può essere senza dubbio considerato tra le figure di spicco nel panorama degli appassionati italiani dell’habano; è stato il primo Presidente di Cigar Club Association, nonché fondatore insieme a Massimiliano Cimino e a Marcello Giusini; la sua figura ha rivestito un ruolo fondamentale tanto nella nascita

dell’associazionismo in Italia quanto in quello della diffusione della cultura del fumo lento.
È uno dei più grandi collezionisti di sigari habanos al mondo e non ha quindi mai cessato di essere protagonista nella ricerca e nella comprensione della magia che alimenta l’amore per Cuba e per il suo straordinario, unico tabacco. Naturalmente Angelo continua a seguire con interesse le vicende e l’evoluzione del mondo degli appassionati e dell’habano in ogni suo aspetto, in Italia come all’estero, e gli siamo grati per aver voluto rispondere alle nostre domande.

 
 

 

Angelo puoi raccontarci come ha inizio il tuo amore per l’habano? Hai avuto qualcuno che ti ha avvicinato a questo mondo?


Ho iniziato a fumare sigari per curiosità a Miami dopo aver visitato, come molti turisti, Little Havana, questo quartiere popolato prevalentemente da esuli Cubani. A Little Havana esistevano all'epoca, e presumo tuttora, piccolissime manifatture a conduzione familiare che mostravano il loro "savoir faire" ai turisti di passaggio. Queste piccole manifatture potremmo compararle alle Chinchales Cubane dei primi dell’ottocento con un decalage temporale di 200 anni, ma il concetto è lo stesso. Così è cominciata la mia avventura nei sigari. Come tutti gli Italiani, sono un passionale ed un curioso e non potevo solo accontentarmi di fumare il sigaro: avevo bisogno di sapere da dove veniva la qualità assoluta dei tabacchi usati, dov’era la storia del sigaro, e quindi ho compreso che fosse necessario andare a Cuba. Nel 1999 incontrai quello che fu il mio mentore, Valerio Cornale, e da quel momento ebbe inizio la vera "storia d'amore" tra Angelo Bigi e i sigari cubani.

L’habano ha cambiato la tua vita? E in caso affermativo, quali sono le ragioni che hanno provocato tale cambiamento?


I sigari cubani non ti cambiano la vita, ma ti cambiano lo spirito di approccio alle situazioni della vita. La cosa che è cambiata con l'arrivo di questa nuova passione è stato l’incontro di tanta nuova gente, che condivideva la mia stessa passione. Molte di queste persone dopo 20 anni sono divenuti dei veri amici che frequento tuttora. Questo è quello che veramente è cambiato da quando ho iniziato la mia avventura nel mondo del fumo lento....

Sei un attento osservatore del mercato e delle profonde mutazioni che esso ha subito negli ultimi venti anni. Come giudichi l’attuale evoluzione degli appassionati, e non solo quelli Italiani?


Quando ho cominciato, in Italia eravamo veramente pochi ad essere dei veri appassionati, tante altre persone che vedevi fumare il sigaro erano fumatori senza una consapevole volontà di conoscere cosa o chi ci fosse dietro un manufatto così prezioso. Ma la bontà imprescindibile di un Habano viene compresa da conoscitori e neofiti in egual misura e questo è già di per sé un fatto eccezionale. Mi piace pensare che non devi essere un appassionato a livelli estremi per capire dove c’è qualcosa di buono...Se incontro un vero appassionato uso un certo registro, se invece incontro un neofita uso un altro registro ma comunque ci si intende sempre. Oggi in Italia il livello di diffusione della cultura del fumo lento è enorme grazie ai tanti veri appassionati di ieri come Massimiliano Cimino, Nicola Pileggi, Giuseppe Elefante, Paolo Trevisani e Luigi Ferri, giusto per citare alcuni che ancora oggi sono un punto di riferimento nazionale per i tanti neofiti.
Inoltre citerei Franceso Minetti e Gino Iannillo, che organizzano eventi di livello internazionale come l’Encuentro Amigos de Partagas e Amicigar, senza dimenticare i tanti cigar club sparsi per l’Italia, che danno luogo a splendide serate dedicate al fumo lento e spesso in particolare al sigaro cubano. Il nostro paese in 20 anni è evoluto in un modo straordinario.
Gli appassionati nel mondo seguono un po’ la nostra tendenza, con la voglia di scoprire e sapere cosa c’è dietro un buon sigaro. Vorrei poi fare un accenno ad un’altra tipologia di appassionati nel mondo - gli asiatici – che, oltre ad essere degli enormi accumulatori, sono anche dei grandissimi conoscitori del sigaro cubano; sono animati come noi da una curiosità incredibile, che rende alcuni di loro delle vere enciclopedie del sigaro cubano, oltre che, dei grandi fumatori di cose straordinarie!

Qual è il tuo parere sull’attuale panorama produttivo? Quali attuali Marche o linee hanno incontrato il tuo maggiore gradimento nel corso degli ultimi anni?


Trovo le produzioni degli ultimi anni molto interessanti. Innanzi tutto è evidente che oggi c’è una scelta che solo alcuni anni fa era impensabile. Reserva, Gran Reserva, Edizioni Regionali, Edizioni Limitate, Anejados e via dicendo.... Si è visto sempre più che Habanos S.A predilige la produzione di sigari di cepo grossi piuttosto che piccoli, questa è semplicemente una scelta commerciale dettata comunque dal gradimento del consumatore.
I sigari che preferisco delle ultime produzioni sono i Vigia di Trinidad, trovo il rapporto qualità prezzo eccellente. Un sigaro dai gli aromi delicati, i suoi sapori “boisées” e speziati conferiscono al livello gustativo una buona struttura. Mi è piaciuto molto anche il Trinidad Topes, in versione Edizione Limitata e in versione standard, anche se in questi ultimi si notano sentori erbacei; per questo suggerisco di aspettare qualche tempo prima di fumarne. Abbiamo poi Talisman di Cohiba in Edizione Limitata (prodotta poi anche in “edizione Illimitata”… permettetemi la battuta). Al di là di queste vicende puramente commerciali, rimane un ottimo sigaro, specialmente la produzione 2017. Attenzione: questo sigaro deve assolutamente riposare alcuni anni se veramente volete goderlo al massimo.
Torrnando alle linee più storiche e classiche della produzione di Habanos, devo dire che adoro il Petit Corona di Por Larranaga in cabinet da 50, un sigaro senza tempo. Della marca Bolivar trovo ottimi i Petit Coronas sempre in cabinet da 50, quando reperibili, o classica scatola da 25; si tratta di un sigaro con un concentrato di potenza incredibile. Un vero masterpièce della produzione cubana è poi il Bolivar Belicosos in cabinet da 25, assai bello quando grasso e scuro, veramente un sigaro potente, anche questo un must!
Ovviamente tutti si aspetteranno che io parli di Partagas considerando anche i trascorsi che mi legano a questa marca. Ovviamente non voglio parlare di ogni singolo Partagas, ma vorrei riassumere in due righe quello che penso della produzione de questa marca. Per me è come il pane, si mangia con tutto e tutti i giorni! Poi ci sono anche dei Partagas come il Lusitania Gran Reserva, che oggi dopo 6 anni dalla loro presentazione sono dei sigari straordinari! Insomma ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche.

Poniamo che tu debba stilare una classifica dei 10 sigari più straordinari di sempre ce li potresti elencare?


I dieci migliori sigari che ho mai fumato... bella domanda!
Ho avuto la fortuna di fumarne tanti, quindi in questa lista so che farò torto ad alcuni di loro non menzionandoli. Dire quali sono i migliori sigari fumati è difficile perché è tutto molto soggettivo. Intanto bisogna capire perché per te sono i più straordinari, quali sono le motivazioni che ti fanno dire che quel sigaro lo è? Spesso queste valutazioni scaturiscono non solo dalle reali qualità organolettiche ma anche dalla condizione psicologica in cui ti trovi.
Ieri ho fatto un pranzo con i genitori di mia moglie che, causa Covid 19, non vedevo da 2 mesi. Dopo il pranzo io e il padre di mia moglie siamo andati a fumare un Double Edmundo in giardino. Francamente il Double Edmundo di Montecristo non sarebbe stata neanche la mia quarta scelta, ma me lo ha offerto e l’ho acceso. Durante la fumata è successo l’incredibile! Dopo mesi che non vedevo tanta gente e in un ambiente di puro relax il Double Edmundo aveva preso un valore che in un altro contesto non avrebbe mai avuto. Quindi attenzione, il nostro più straordinario sigaro a volte viene da più lontano.... Ok dopo questa filippica ho capito volete la lista dei 10 miei più straordinari sigari. Saranno un po’ di più, e li classificherei in due categorie. Prima quelli che sono stati straordinari per fascino e rarità, poi quelli che veramente sono stati incredibili dal punto di vista organolettico.
Per fascino e rarità ecco i miei ricordi indelebili:
1) Altezas Reales prodotto da Cifuentes (una vitola salomone) scatola da 10.
2) Manolines di Sancho Panza con la sua carta argentata che lo avvolgeva per meta in box da 10 (Dulcineas)
3) Diadema Extra di Punch, che non è un diadema come lo conosciamo noi ma è un Gran Corona in Box da 5 astucci, dismesso a fine anni ‘80
4) Diadema di José Jener "La Escepcion" Gran Gener in box con 5 astucci
5) Magnums di Por Larranaga in box da 25 degli anni ‘70 (un double robusto)
6) Cohiba Lanceros box da 50 fine anni ‘90

Ed ecco alcuni Habanos che mi hanno colpito qualitativamente oltre che emozionalmente:

1) Behike 40° anniversario da humidor,
2) 109 Partagas 155° anniversario da humidor,
3) Partagas Piramides Edizione Limitata 2000 e 2001,
4) Cohiba Sublimes Edizione Limitata 2004,
5) La Escepcion Selectos Finos Edizione Regionale Italia 2011
6) Cohiba 30° Aniversario Jar (dalia)
7) Cohiba 30° Aniversario humidor (robusto especial)
8) Cuaba Salomones 2 da humidor
9) Cuaba Distinguidos Millenium Jar
10) Ramon Allones Seleccion Suprema Edizione Regionale Italia 2005



Come vedi il fenomeno dei vintage, sia dal punto di vista dell’appassionato che del collezionista?


I vintage in questi ultimi 20 anni sono diventati i sigari che devi assolutamente avere nella tua collezione. Anche nei sigari ci sono delle mode. Personalmente, i sigari vintage che posseggo o che ho fumato sono quelli che ho comprato tanti anni fa e sono invecchiati insieme a me. Diciamo che chi fuma vintage ha un suo pensiero più o meno condivisibile ma comunque rispettabile. Non amo i sigari incredibilmente old, ma vedo che attorno al vintage si è creato un mercato piuttosto florido e remunerativo. Ci sono poi gli accumulatori asiatici, che fumano molto vintage, date le importanti quantità possedute, e creano veri circuiti di scambio con altri appassionati. Oggi il Vintage non è solamente una questione di gusti, nella giusta dimensione possiamo parlare anche di investimento finanziario. Ci vuole pazienza ma non tutto quello che invecchia vale, quindi… attenzione!

Hai già fumato il Punch Mantua? Cosa ne pensi? Quali sono le tue impressioni su questo tipo di produzioni, con speciale riferimento quelle di Diadema?


Il Punch Mantua è un sigaro che secondo me tra 7/10 anni potrei annoverarlo tra i miei 20 sigari top. Mi sembra in perfetta continuità con il Selectos Finos (con le dovute differenze, organoletticamente parlando) ma l’idea per me è quella.
Diadema come importatore ha fatto il suo “job”, importando quello che poteva e che doveva come molti altri importatori nel mondo, ma bisogna dire che in questi anni ha sfornato alcune perle in Edizioni Regionali che nessun altro importatore, tranne forse quello inglese, è riuscito a fare. Uno speciale ringraziamento va senza alcun dubbio ad Andrea Vincenzi, Presidente di Diadema da più di 20 anni, che ha saputo dare il giusto significato alla parola “importatore” nel nostro paese.
A livello mondiale, se dovessi fare una lista delle migliori top 20 Edizioni Regionali mai prodotte al mondo, sicuramente almeno 4 sarebbero Italiane: Ramon Allones Seleccion Supremas del 2005, El Rey del Mundo Torpedo cabinet da 50, Punch Diademas Extra, la Esception, Selectos Finos, ed anche Punch Mantua. La cosa che mi ha più colpito è che anche nei calibri più piccoli Diadema sia riuscita a presentare dei veri masterpiece! Evidentemente ci hanno creduto più di altri e prima di altri, quindi …bravi!

Per concludere questa piacevole intervista puoi raccontarci un aneddoto, un ricordo particolare magari legato a qualche personaggio famoso, che ti è rimasto nella memoriae che vuoi condividere con i nostri lettori?


Un ricordo particolarmente speciale, si colloca all’inizio degli anni 2000, durante il Festival di Partagas all’Hotel Nacional de Cuba. Dopo la cena, le ballerine e i ballerini del Cabaret “Le Parisien”, sono venute ad animare la fine della serata facendo danzare gli invitati. Poi gli invitati si sono messi a danzare tra di loro. Passando da una ballerina all’altra, mi sono ritrovato a ballare con un’invitata molto simpatica, che non conoscevo assolutamente. Nel momento che abbiamo interrotto il nostro “balletto”, diverse persone si sono avvicinate a me, sorpresi ed intrigati, domandandomi come facevo a conoscere quella donna che attirava l’attenzione di tutti e che io non conoscevo… Era la figlia di Che Guevara.
In verità, in oltre 20 anni di frequentazioni in giro per il mondo, ho incontrato tante persone interessanti, tutti diversi, ma tutti con la stessa passione. Una di queste persone è stata certamente Debora Zulueta, all’epoca direttrice qualità di Partagàs, che mi ha fatto scoprire nel anno 2000, in anteprima, durante una visita privata della fabbrica, la prima edizione limitata di Habano S.A.: Il Partagas Piramide, che all’epoca sulla seconda “anilla” portava solo Edicion Limitada senza indicazione dell’anno...Un bel momento.
Mi ricordo poi un viaggio con Gianfranco Plenizio, 6 ore di macchina durante le quali mi ha raccontato tutto dei sigari anni ‘70 e ‘80, un vero cultore.
Come molti ho avuto la fortuna di incontrare Alejandro Robaina diverse volte, un personaggio che fa parte della storia moderna dei sigari cubani. Era un uomo semplice molto attaccato al suo mestiere di Veguero e alla sua Vega, ma un po’ perso per il ruolo Marketing che gli era stato imposto.
Cumpay Segundo amava la gente e le feste dei sigari. Gli piaceva fumare il sigaro e da giovane aveva lavorato nella fabbrica di Montecristo. Poi non c’è dubbio che la sua passione fossero la musica, il ron e le donne…sarebbe stato un ottimo Italiano…. ahahah!
Emilia Tamayo, direttrice di El Laguito, aveva la visione giusta della produzione dei suoi Cohiba, forse, mi permette di dirlo, fu sottovalutata.
Valerio Cornale un mito… il mio mentore, oltre ai grandi discorsi su sigari e donne, ricordo le grandi passeggiate con la sua auto americana anni ‘40 in lungo e in largo per l’Havana e sempre rigorosamente con sigaro in bocca.
Fidel Castro: ho avuto la fortuna di partecipare al “Festival del Habano” in cui lui fece la sua ultima apparizione nel mondo del sigaro. Che dire, lui è LA leggenda.
E poi tanti altri momenti incredibili e persone fantastiche che però non riesco a menzionare tutte perché altrimenti la lista sarebbe chilometrica: Josè Maria Lopez (che di carriera ne ha fatta da quando lo conobbi, ahahah), Luca Borla (che veramente oggi gioca un ruolo alla pari con i grandi tabaccai del mondo), Paolo Trevisani (con cui ci siamo fatti mille risate, bevuto mille bottiglie e parlato di …. meglio non dirlo! Ahaha!) e tanti altri
Vorrei però concludere con due momenti che mi toccarono molto, emozionalmente, come appassionato di Sigari Cubani: poter entrare nelle Escaparates di Partagas e in quelli della mitica fabbrica dei Cohiba, El Laguito. Un vero e grande privilegio.


 
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