Una chiaccherata con ANITA SISIMBRO - LA CASA DEL HABANO - NAPOLI

 

 

 

Diadema S.p.a.

 
 


UNA CHIACCHERATA

CON

ANITA SISIMBRO

LA CASA DEL HABANO - NAPOLI
 

 

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Napoli è una città cosmopolita, crocevia di culture diverse e passioni vivaci, che dallo scorso anno accoglie uno dei luoghi che meglio riassumono e condensano la convivialità che identificano il mondo dell’Habano. La presenza di una nuova La Casa del Habano nella città partenopea si deve all’impegno e alla

passione di Anita Sisimbro, titolare dell’omonima e rinomata tabaccheria, che vanta una storia di grande spessore alle spalle e che già fu il primo walk-in-humidor a sud di Roma ormai quasi venti anni or sono ed il terzo in Italia. Una tabaccheria che è anche da sempre uno spazio di ritrovo per i grandi appassionati partenopei, che organizza incontri, degustazioni ed eventi, capace di legare tante anime del collezionismo e della passione per il sigaro cubano e non solo.

 
 

Anita, la vostra tabaccheria ha ormai più di 60 anni. Tu e tuo padre Francesco ne avete fatto un punto di riferimento per ogni appassionato; la vostra è stata una crescita significativa, ricca di traguardi importanti. Vorresti dirci cosa è cambiato in questi anni nell’approccio al mondo del sigaro cubano?

Per quanto riguarda il nostro approccio, questo è cambiato dal momento in cui sono arrivati gli Habanos in Italia. Fino ad allora si trovavano i Toscani e qualche olandese; io fumavo la pipa e mio padre Toscano e pipa. Poi nel 1998 la Gutab cominciò ad importare 4 referenze di Habanos e lì per me è scoccata la scintilla; mi ricordo che una sera, in giardino, fumai un Romeo y Julieta Churchill e me ne innamorai.

Quindi appena cominciarono ad arrivare gli Habanos con Diadema, immediatamente mi attivai per poterli avere in tabaccheria e dal quel momento è stato un continuo crescendo.

Dopo sei mesi realizzai il walk-in e iniziai a frequentare tutti i corsi e gli eventi perché ero assetata di conoscenze sul mondo del sigaro.

Ho cominciato a fumare sistematicamente sigari cubani e quando ancora veniva importata la picadura cubana in Italia preparai una miscela da pipa che piacque molto anche a tantissimi miei clienti.

Successivamente decisi di farmi un regalo e di realizzare un salottino dove fumare e che sarebbe poi divenuto la prima Habanos Lounge ufficiale al mondo. Nell’estate 2018 incontrai ad un evento il nuovo vicepresidente di Diadema, Miguel Angel Eusa Mendia, e gli confidai il mio sogno di diventare LCDH; grazie a lui, ad Andrea Vincenzi e al caro Chema (che ha fatto il tifo per me da Cuba) ad aprile dello scorso anno il sogno è diventato realtà.

Oggi posso dire che i miei clienti fumatori hanno piena fiducia in me, anche perché attraverso un’attenta analisi delle loro esperienze - e quindi delle loro sensazioni - sono in grado di assecondare i loro gusti consigliandoli al meglio.

Tu conosci meglio di chiunque altro la variopinta immagine dell’appassionato, ma tra i personaggi famosi che hanno visitato il tuo negozio, qual è stato il più divertente, il più affabile? E quali erano le sue preferenze in fatto di Habanos?

Il personaggio famoso che più mi è rimasto nel cuore è Lucio Dalla, una persona di un’umiltà incredibile e sempre con la battuta pronta. Veniva spesso a Napoli perché aveva la barca qui e almeno per quello che ho potuto vedere io non aveva un sigaro preferito ma sicuramente amava prevalentemente i formati robustos che sceglieva tra Partagás, Cohiba e Hoyo de Monterrey.

Raccontaci dei clienti più esigenti o più “difficili” che abbiate mai avuto. Riscontri differenze sostanziali in ragione del Paese di provenienza degli appassionati?

Sicuramente i fumatori sono molto diversi tra loro a seconda del Paese di provenienza. I più esigenti perché, a parer mio i più competenti e con un maggior background alle spalle, sono sicuramente gli inglesi. Anche tra i russi e i cinesi vi sono persone molto competenti, ma spesso collezionano solamente i sigari più costosi senza poter vantare grande esperienza. Sono certamente degli accumulatori, ma consapevoli. Anche francesi e canadesi sono piuttosto informati e preparati. Poi ci sono gli Italiani, che devo dire manifestano sempre più una crescente competenza e hanno sviluppato dei propri trend precisi.

Qual è l’Habano che Anita Sisimbro ama di più, o con cui ha una frequentazione più assidua?

Il mio preferito, quello che fumo almeno due volte a settimana, è l’El Rey del Mundo Choix Supreme.

Devo riassortire la mia scorta di Habanos. Quali sono i 10 sigari consigliati da Anita Sisimbro?

Io divido i sigari in funzione del tempo di fumata, perché il sigaro va scelto proprio in base al tempo che si ha a disposizione. Per le fumate più brevi direi: San Cristobal de La Habana El Principe, Trinidad Reyes e Cuaba Divinos; Per la media durata Romeo y Julieta Short Churchill, Trinidad Media Luna e Ramón Allones Specially Selected, ma anche Hoyo de Monterrey Epicure No. 2 e Vegas Robaina Famosos. Quando si ha più tempo a disposizione consiglierei Cohiba Siglo VI e Gigantes di Ramón Allones, ovviamente tutti di produzione ordinaria perché le produzioni speciali meritano un discorso a parte.

Quanto è importante per voi il principio di fidelizzazione? Gioca un ruolo importante il vostro accogliente salotto? E le vostre iniziative?

Fino a due anni addietro il mio fatturato era solo local e questo la dice lunga sulla fidelizzazione. che per me è la cosa più importante, non solo per i sigari ma per tutto ciò che ho in negozio; è per questo che ho voluto creare la Lounge e che continuamente organizzo piccoli e grandi eventi. Certo, con la crescita del turismo a Napoli e poi la realizzazione della Casa Del Habano, la clientela si è diversificata e ho acquisito nuovi clienti da tutto il mondo; sono comunque riuscita a fidelizzare anche i clienti esteri, al punto che alcuni di essi ritornano a Napoli per passare un week end in mia compagnia, mentre altri restano anche più giorni e comunque ci sentiamo sempre anche quando sono nei loro Paesi. Ovviamente complice di questa singolare empatia è la mia bellissima città.

Qual è l’Habano o il brand di cui avete maggiore richiesta?                

Ho notato che, edizioni speciali e regionali a parte, i brand più richiesti sono quelli che io prediligo proprio perché i clienti sono portati a scegliere quello che consiglio loro. Difatti, per il dispiacere del mio amico Giuseppe Elefante, grande esperto, un marchio che nella nostra Casa del Habano non performa come in genere succede altrove… è Montecristo, proprio perché non mi capita spesso di fumarlo!

Qual è l’età media dell’appassionato che frequenta la vostra Casa del Habano? E verso quali moduli si indirizzano i più giovani?

Si comincia dai 18 anni, e questa è una cosa che mi piace molto perché penso che un giovane che si avvicina al modo degli Habanos è una persona che ama le cose belle, ma si arriva anche ai settantenni; forse la fascia d’età preponderante è quella tra i 30 e i 60 anni e ovviamente, seguendo la tendenza del momento la maggior parte scelgono sempre sigari di cepo grosso.

Se avessi la possibilità di chiedere a Diadema e ad Habanos un sigaro non attualmente in commercio, quale sarebbe la marca, la vitola e il confezionamento che vorresti?

Un sogno ce l’ho, ed è quello di poter avere un perfecto – o doble figurado per intenderci - di grande formato, magari un Salomones di Romeo y Julieta. Sono sempe stata affezionata a questi moduli e ricordo con nostalgia i tempi in cui era disponibile il Cuaba Distinguidos, di cui ero una fanatica fumatrice. Ecco, i grandi doble figurados hanno un fascino inimitabile, li adoro. Chissà che Habanos non ci riservi qualche sorpresa negli anni a venire.

 

 

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