Valentino, tu sei un punto di riferimento per ogni appassionato che si rechi a Ischia per goderne l’affascinante bellezza. Vuoi raccontarci i tuoi esordi nel mondo dell’Habano e la storia della tua passione?
Sono sempre stato affascinato da tutto ciò che nel mondo esprime stile, eleganza e raffinatezza. Non sono tabaccaio da generazioni, ma l’investimento nella tabaccheria è stato altamente influenzato proprio da questa passione per il bello e dalla sua prospettiva di sviluppo. Molta di questa passione è stata influenzata da Nicola Costa, un illustre ischitano che tra foto in compagnia di personaggi famosi, racconti sul mondo del tabacco e il suo stile di vita ha suggellato in me l’idea dell’uomo raffinato per il quale un puro diviene un ordinario ma necessario accessorio.
Sei protagonista e organizzatore, insieme a uno staff di grande livello, di un evento attesissimo come Primera Emoción. Ci racconti come nasce l’idea e quali sono le sue linee guida?
L’evento di Primera Emoción nasce proprio in linea con la prospettiva di diffondere questa idea di ricercatezza e cultura. Prima dell’evento così come lo si conosce nell’attuale veste vi sono stati incontri a carattere embrionale, che sono serviti a delineare le giuste dimensioni del progetto. È nato principalmente per creare un centro di interesse sul territorio, per coinvolgere molti miei concittadini e con il desiderio di inserirlo stabilmente nel palinsesto degli eventi che si svolgono nella mia amata Ischia, offrendo una voce nuova e fuori dal coro, ma indirizzata ad un pubblico sempre raffinato. Oggi Primera Emoción è un evento che si disegna intorno agli Habanos, declinando di anno in anno un tema storico, un concetto che poi caratterizza tutti gli appuntamenti della kermesse. È dunque un appuntamento per gli aficionados ma è anche per coloro che vogliono fare un viaggio nel teatro storico, architettonico e naturalistico di cui Ischia diviene meraviglioso palcoscenico
Ischia è una località turistica visitatissima, per cui immaginiamo voi riceviate le più disparate richieste. Hai notato differenze tra l’appassionato straniero e quello italiano, sia nel modo di porsi che nella competenza che manifesta?
Ritengo che in linea di massima l’appassionato italiano abbia una maggiore finezza e vanti una maggiore vivacità nella conoscenza di questo mondo rispetto ai suoi omologhi di altri paesi; si tratta naturalmente di una valutazione di massima, con le dovute quanto ovvie eccezioni.
Qual è l’Habano cui Valentino è particolarmente affezionato, e perché?
Potrei pensare a un Partagás Lonsdale. L’amico Nicola Costa, di cui abbiamo detto, amava molto questo tipo di formato ritenendolo elegante, nella manifattura, nella perizia produttiva, ma anche nella naturale gestualità della fumata che esso è in grado di regalare. Queste immagini e questi pensieri sono state le scintille che hanno alimentato la mia passione.
Quali sono gli Habanos della tua personale top ten? E cosa consiglieresti a un neofita?
Il mio palato ha sempre prediletto prodotti di carattere che esprimano autorevolezza nella fumata, e sottolineo che la mia media di fumata è di circa 4 sigari al giorno. Tra i miei preferiti annovero certamente il Punch Diadema Extra Esclusivo Italia, il Partagás Serie D no. 5 in Edizione Limitata, il Trinidad Fundador, il Partagas Salomon, i Partagás Maduro 1 e 3, il Bolivar Libertador il Montecristo 80° Aniversario, il BHK 52. Preferisco qust’ultimo al 54 e al 56 non tanto per una questione di gusto ma per un fatto emozionale, in quanto il Behike 52 venne presentato in anteprima nazionale qui a Ischia nel 2010, in uno di quegli eventi embrionali che poi avrebbero dato vita a Primera Emoción Poi inserirei sicuramente il Partagás 8-9-8 e il Montecristo No. 3. A un neofita consiglierei un sigaro di adeguate dimensioni, dunque non troppo ridotte come qualcuno potrebbe immaginare. Lo sceglierei tra le marche di forza non elevata, e dunque di marcata morbidezza. Opterei per un Hoyo de Monterrey Epicure No. 2 o se volessimo andare sul sicuro, un Montecristo No. 4. Non andrei su dimensioni inferiori, poi devo dire che amo consigliare sigari che io stesso amo fumare. Naturalmente queste proposte sono indirizzate a chi voglia intraprendere un percorso di crescita e non al fumatore occasionale e disimpegnato.
Quanto è importante per te il principio di fidelizzazione? Come riuscite a gestirlo, anche in ragione della vostra variegata clientela?
La fidelizzazione è tutto. Se la pubblicità rappresenta l’anima del commercio (ma nel nostro caso non può esserlo) la fidelizzazione rappresenta una sorta di tessuto connettivo, che si crea principalmente rendendo soddisfatto il cliente, instaurando una sorta di “amore a prima vista”, ma che poi si alimenta impegnandosi con umiltà nel fornire tutte le informazioni che possono rendere edotto il cliente, interagendo con lo stesso personalmente e rendendosi disponibili sempre, in modo da creare la certezza di avere un punto di riferimento cui si può fare affidamento, in ogni momento.
Qual è l’Habano o il brand di cui avete maggiori richieste?
Il più conosciuto e richiesto rimane sempre Cohiba. In base poi alla preparazione e alla varietà della clientela che viene a visitarci, ci si indirizza naturalmente anche su altri brand. Molti si aspettano sempre di trovare da me qualcosa di particolare, e credo ciò accada perché viene in vacanza in una terra così affascinante è sempre alla ricerca di cose singolari e ricercate, non del prodotto ordinario.
Poniamo tu possa chiedere a Diadema e ad Habanos un sigaro non attualmente in commercio, quale sarebbe la vitola e il confezionamento che vorresti?
Come confezionamento certamente opterei per un cabinet da 50, e come vitola de galera sceglierei un Cervante (RG42x165). Poiché come ho già detto apprezzo in particolar modo fumate strutturate e di grande carattere mi piacerebbero marche come Partagás, Bolivar o, magari… La Escepcion! In ogni caso vorrei un sigaro di fortaleza sostenuta.
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