LA DEGUSTAZIONE di Giuseppe Elefante
Questo sigaro riporta gli appassionati di lungo corso a un passato epico, in cui il range dimensionale dei manufatti era orientato su calibri assai inferiori rispetto a quelli della odierna produzione. Il Cazador, in cui vitola de galera e de salida coincidono, rimane ancor oggi fiero interprete di una tradizione gloriosa, quella del torcido dal gusto intensissimo, realizzato per maturare molto a lungo nel tempo. In produzione da oltre 60 anni, questo manufatto vanta una storia davvero singolare e, caso forse più unico che raro, nel tempo è stato testimone di una radicale metamorfosi tanto sotto il profilo estetico che sotto quello gustativo. Iniziamo tuttavia illustrando l’unicità del suo confezionamento. Il box che lo contiene è assimilabile ad una normale habilitada ma di forma diversa, poiché i sigari non risultano disposti su due file sovrapposte come di solito; i 25 Cazadores sono infatti legati in mazo da due nastri di seta gialla e avvolti in un foglio di carta stagnola argentata, secondo una tecnica sperimentata atta a garantire la preservazione degli olii essenziali e dunque un lunghissimo affinamento. Sino al 2004 i sigari erano privi di anilla e contraddistinti da un aspetto marziale, quasi rustico, con una fascia maduro spessa e rugosa assai simile a quella delle prime Edizioni Limitate. Una volta acceso travolgeva con una forza poderosa e con una palette incentrata su aromi terrosi e corposamente speziati, come nella più gagliarda filosofia partagassiana. Straordinaria la sua evoluzione nel tempo: dopo soli 10 anni di invecchiamento l’antico Cazador era in grado di regalare una fumata di elegantissima complessità, maggiormente riconducibile al profilo aromatico del brand ma amplificato nell’intensità e nella potenza. Non meno fascinoso, l’attuale Cazador si presenta diverso dal precedente sia nella veste (oggi è fasciato da una capa colorado maduro sottile ed elegante) che nell’approccio gustativo; la sferzante, poderosa esuberanza di un tempo ha lasciato il posto ad un esordio più equilibrato, che però conserva tutto il DNA del progenitore. La forza infatti si fa sentire, ben presente e incisiva, ma risulta più modulata e inscritta in un registro aromatico più bilanciato; la componente terrosa, sempre assai marcata, oggi è infatti avviluppata in note dolci che rendono ancora più suadente e meno aggressivo il delizioso impianto aromatico. Marcata evoluzione, struttura, altissimo potenziale di affinamento. Ieri come oggi il Cazador resta uno dei classici della produzione habanera di sempre.
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